Mandalay è il nostro primo assaggio di Myanmar.
Qui abbiamo capito che:
– ai birmani piace molto suonare il clacson. Strombazzano per dire “Ciao, esisto”, non “Spostati” o “Muoviti”. Una reazione stizzita da milanese nel traffico è dunque fuori luogo
– ci si sveglia presto, vuoi per andare al mercato che apre prima dell’alba, vuoi, se sei uno dei mezzo milione di monaci del Paese, per cominciare a raccogliere offerte dei generosi che provvedono al tuo sostentamento. Vuoi, se sei un devoto o un turista curioso, per raggiungere il tempio di Mahamuni e assistere al lavaggio del viso di Buddha che si svolge ogni mattina tra le 4 e le 4:30. Per noi, profani, potrebbe sembrare un teatrino un po’ ridicolo, ma sapere che per loro è uno dei riti più sacri mette una certa soggezione
– nelle beer station le donne non ci vanno. La turista occidentale non verrà cacciata, ma si troverà nettamente in minoranza
– non importa quanto lontano voli da casa tua, ma un pezzo di Milano lo troverai comunque (qui)