“Hello, we’ve been at the shop today, ehm, maybe we’ve lost something….”
“Italiano?”
“Sì! Marinella?”
“Sono io”
“Siamo venuti in negozio stamattina per parlare con te, ma non c’eri. Per caso avete trovato un peluche… una pecora?”.
Con questo dialogo telefonico a 360 chilometri di distanza comincia la nostra storia d’amore con Marinella Giudici, bergamasca trasferita in Vietnam da 22 anni, ex ristoratrice, oggi stylist di aVa’na, boutique supertrendy in centro ad Hoi An. Per noi e le future generazioni, l’italica che salvò Montone da una fine indegna, ché missing in action non sarebbe stato granché per il nostro monarca.
Ma facciamo un passo indietro. Due giorni prima, attirati dalla vetrina, entriamo a dare un’occhiata nella suddetta boutique di Hoi An. Lo stile degli abiti è così particolare che ci viene spontaneo chiedere al commesso se si tratti di un brand vietnamita. No, ci dice lui. Ah, ecco. E un attimo dopo salta fuori che in negozio lavora anche un’italiana: se vogliamo incontrarla possiamo ripassare mercoledì, perché domani è il suo giorno libero.
Così facciamo, ma qualcosa va storto e quando arriviamo Marinella non c’è. Scattiamo un paio di foto, lasciamo un biglietto da visita e partiamo verso sud, perché la strada e lunga ed entro il tramonto vogliamo essere a destinazione. L’intervista la faremo per telefono. Siamo così di corsa che l’ingegnere, noto per la sua abilità nel dimenticare le cose, lascia Montone su un manichino, né si accorge della sua assenza fino a sera.
Quando la chiamiamo blaterando di una pecora perduta, dunque, Marinella deve pensare che siamo due spostati. Un’altra ci manderebbe a quel paese. Lei no: lei si fa una risata, promette di mettere l’ovino sul primo bus per Saigon e poi procede a spiegarci cosa l’abbia portata da Bergamo al Vietnam, 22 anni fa. “Mio marito era chef, è stata sua l’idea di venire qui. Abbiamo aperto un ristorante a Nha Trang, io ho lasciato la moda – a casa lavoravo in boutique – per mettermi ai fornelli. Lui era di origine napoletana, la mozzarella la producevamo noi”, racconta. Rimasta vedova, per un po’ ha continuato da sola. “Ma la moda è come l’esercito, non ne esci mai”, dice. “Io continuavo ad andare in spiaggia tutta precisa, con gli orecchini abbinati al costume”. Così, quando la sua amica Aldegonde, in arte Ava, le ha chiesto di aiutarla in negozio, Marinella non ha saputo resistere ed è tornata al primo amore. Oggi si occupa dell’allestimento della boutique – colpa sua se Montone si è invaghito di un manichino – del trucco e parrucco delle modelle in caso di servizi fotografici, delle vendite. Vive in centro, in un vicoletto dove non osano i turisti (per lo meno quelli con la camicia a banane, che anche da aVa’na non ci mettono piede). “Peccato non esserci incontrati, vi avrei invitato a cena”, conclude al telefono. Peccato davvero, anche a distanza chiacchierare con lei è stato uno spasso. Ecco, pure qui ci toccherà tornare…
aVa’na: 57 Lê Lợi, Hoi An