Colombia? Chi ha detto Colombia? No, la Colombia non era prevista. Secondo i piani, ora avremmo dovuto essere in Costa Rica. Ma l’Universo ci ha inviato dei chiari segnali, e noi cosa potevamo fare? Ignorarli? Già che s’è preso la briga di darci un cenno…
Eccoci dunque a Bogotá, punto d’inizio della fase finale del nostro viaggio. Sono le undici e mezzo di sera e il taxi ci ha appena scaricato davanti all’albergo in zona Chapinero, che dovrebbe essere una delle più turistiche e sicure della città e invece si presenta come una sequenza di strade vuote e un po’ spettrali, dove gli unici essere viventi (forse) sono i barboni che deambulano incerti trascinandosi in spalla grossi sacchi neri dell’immondizia (il bottino della serata? la loro casa? La curiosità è forte, ma non abbastanza da indagare oltre). Scopriremo l’indomani che Chapinero è grande e la parte posh/praticabile è molto più a nord. Poco male, voglia di passeggiare di notte da soli non ce l’avremmo comunque. Perché insomma, un po’ prevenuti lo siamo: che Bogotá non sia proprio il luogo più sicuro del mondo è risaputo, né i poliziotti a ogni angolo di strada, in pieno giorno, sembrano voler smentire il pregiudizio – loro e quegli enormi cani che tengono al guinzaglio, le fauci chiuse in museruole che manco Hannibal Lecter.
Dunque giriamo guardinghi, più guardinghi del solito, eppur fiduciosi di imbatterci, prima o poi, in un’inattesa bellezza che ci faccia cambiare opinione su questa città che, per ora, ci piace circa come una seduta dal dentista. Nada. A parte le case colorate della Candelaria, il quartiere storico oggi invaso di locali graziosi e piccole botteghe, inventariamo solo edifici brutti e scorci anonimi, poveracci dallo sguardo perso e predicatori che invocano Dio con il megafono. Sappiamo che da qualche parte c’è ben di peggio, quartieri dove è pericoloso anche solo incrociare lo sguardo con la persona sbagliata, strade dove sarebbe folle avventurarsi. Luoghi che a sentirli raccontare sembrano usciti da un film sui narcos e invece no, a quanto pare esistono davvero, esistono qui, nella brutta Bogotá che può essere ancora più brutta di quanto la vediamo.
A questo ritmo ci bastano 24 ore per averne abbastanza, per non vedere l’ora di andarcene. Il tesoro nascosto questa volta non l’abbiamo scovato. Amen. Ci svegliamo alle 4:30, saliamo sul primo bus e andiamo a cercare l’altra Colombia, quella di cui ci hanno promesso meraviglie (e dove, sì, le troveremo).