Davanti a Catskill ci passo in bici ogni mattina per andare al lavoro. È una bottega piccola, da una vetrina soltanto: un laboratorio di falegnameria che vende oggetti in legno fatti a mano e articoli vintage. Ad attirarmi è prima di tutto il nome: le Catskills sono le montagne di Dirty Dancing, quelle dove Baby non può essere messa in un angolo. E pure la località di villeggiatura dove La fantastica signora Maisel va in vacanza con tutti i suoi bellissimi completini Anni 50. Nella mia testa, dunque, dietro il bancone deve esserci Patrick Swayze redivivo, o Rachel Brosnahan che prepara la punta di petto. Invece c’è Seth Perlman, newyorchese trasferito a Milano da un paio d’anni. Che mi spiega che no, la sua non è una citazione cinematografica o giù di lì. «Catskill è il nome della cittadina, a un paio d’ore da New York, dove si trovava la nostra farm, la nostra fattoria», spiega. Parla al plurale perché è sposato con Marta, che è italiana ma per 17 anni ha vissuto a Manhattan, dove si sono conosciuti e dove sono nati i loro due figli. «È stato pensando a loro, che oggi hanno 3 e 5 anni, che abbiamo deciso di trasferirci a Milano. Per tante ragioni non volevamo che crescessero negli Stati Uniti». Là Seth lavorava nel digital marketing per una grossa compagnia: l’idea era quella di continuare anche qui, magari di fare il consulente. «Ma quando siamo arrivati, ho capito che dopo 25 anni ne avevo avuto abbastanza di quel mondo». Intanto lui e la moglie avevano trovato casa all’Isola e si erano innamorati del quartiere. «Avevamo portato con noi mobili e oggetti vintage della fattoria, pensando di usarli per arredare il nuovo appartamento. Peccato che quello dove viviamo ora sia decisamente troppo piccolo per contenerli tutti». In compenso a neanche cento metri dall’abitazione si erano liberati due negozi: Marta ne ha preso uno e ha aperto Festina Lente, boutique di “preziosi profumi per ambiente fatti a mano”; lui l’altro, per vendere i mobili vintage che non sapevano più dove mettere e realizzarne altri. «Ho sempre lavorato con il legno, ho imparato da mio padre», spiega. Et voilà, il businessman che a Manhattan lavorava 16 ore al giorno è diventato un artigiano delle cose belle. «Mi piace questo ritmo», dice. «Mi piace l’Italia, soprattutto questo quartiere: negli Stati Uniti abbiamo vissuto per anni nello stesso appartamento senza mai parlare con i nostri vicini. Qui è bastato qualche giorno per conoscere tutti. Le persone si fermano a dire “ciao”, danno valore ai rapporti sociali». Persino in pieno Covid è bastato un appello sul gruppo Facebook dell’Isola perché la gente accorresse: «Mi hanno aiutato a raccogliere i rami caduti per il maltempo, con i quali realizzerò oggetti cento per cento “isolani”», racconta. «Mia moglie sente molto la mancanza di New York, ma per me è un po’ come essere in vacanza». Le uniche cose di cui ha nostalgia, confessa, sono suo padre, suo fratello e la fattoria, ricordata anche nel logo del negozio. Che non rappresenta, come pensavo io, la cima di una montagna, ma il tetto stilizzato del fienile. «E poi mi manca il baseball», conclude Seth. La passione italiana per il calcio ancora non l’ha acquisita…
Catskill si trova in via Genova Thaon di Revel 9 a Milano.