Tra Roma e Ravenna ci serve una tappa intermedia per non affaticare troppo le nostre terga già provate da giorni di moto. Guardiamo la mappa, valutiamo le distanze, cerchiamo punti di interesse: sono così tanti che non riusciamo a deciderci. Poi il colpo di genio: andiamo a Montone, il borgo umbro in provincia di Perugia che porta lo stesso nome della nostra mascotte, che per altro in questi mesi compie dieci anni, dunque quale migliore modo per celebrare? Per quanto ne sappiamo potrebbe essere un luogo di rara bruttezza con un bar sport, quattro palazzi cadenti e un centro commerciale, ma poco importa: l’idea di scattare una foto al nostro ovino di peluche accanto al cartello d’ingresso del paese ci diverte moltissimo, ché siamo persone semplici e ci basta questo per svoltare la giornata. Siamo quindi del tutto impreparati a quanto ci accoglie a destinazione: un paesino-bomboniera che dall’alto della sua rocca domina la valle dell’Alto Tevere, piccolo, ordinato, curato come un bonsai di pietre e fiori alle finestre tanto da meritarsi la Bandiera Arancione del Touring, il riconoscimento di eccellenza riservato alle località dell’entroterra italiano. Attorno, campi a perdita d’occhio, querce e olivi, colline, sullo sfondo gli Appennini come in una cartolina. Wow, ci diciamo, guarda un po’ dove ci ha portato il nostro buon ovino, lui sì che ne sa. Girovaghiamo tra i viottoli, andiamo su e giù per le stradine, in piazza – l’unica degna di tale nome, dove si affacciano un paio di bar e qualche negozio e si riuniscono paesani e turisti per l’aperitivo della sera o il caffè del mattino – constatiamo la vivacità della vita comunitaria. Dalle mura ammiriamo il paesaggio, al ristorante ci godiamo un tramonto che s’intona perfettamente con il vino rosso nei bicchieri. Dopo una notte in un agriturismo poco distante, di buon mattino ci presentiamo all’appuntamento clou del soggiorno, niente meno che con Mirco Rinaldi, il sindaco di Montone. In un raptus goliardico, difatti, nei giorni scorsi gli abbiamo mandato una mail per presentargli il nostro peluche e proporgli di fare di noi un aneddoto per la prossima grigliata tra amici. E lui, contro ogni pronostico, ci ha risposto con la promessa di un caffè. Detto fatto, eccoci in piazza con il primo cittadino e la sua vice, entrambi divertiti alla vista dell’ovino spelacchiato: ci raccontano di Braccio Fortebraccio, il capitano di ventura che tra Tre e Quattrocento si distinse per le sue imprese, dei molteplici eventi che animano la Montone moderna, dall’Umbria Film Festival alla Notte Romantica. Alla fine il sindaco ci porta in municipio, ci regala un gagliardetto con lo stemma della città e ci fissa pure un appuntamento con i birrai del birrificio artigianale Fortebraccio, che sorge in zona industriale nello stesso stabilimento che stocca bare importate dalla Romania. L’accostamento è curioso ma la birra ottima. E noi non potremmo essere più soddisfatti dell’esito di questa gita inaspettata.