Riassunto della puntata precedente: dopo giorni di viaggio tra Marocco e Mauritania, che hanno visto i partecipanti della Rust2Dakar impegnati ad attraversare il deserto, insabbiarsi e mangiare molto pollo, ora siamo pronti ad affrontare la seconda parte del viaggio, pardon, del charity rally che attraversa l’Africa occidentale.
E dunque eccoci, ci siamo: quarantotto persone e diciassette mezzi, perché due ce li siamo persi per strada, in pieno pomeriggio africano, fermi sotto il sole alla frontiera di Rosso, quella che separa la Mauritania dal Senegal ed è nota come “l’inferno”. La chiamano così perché attraversarla è una tortura da girone dantesco, un’impresa lunga e logorante, tanto più che per passare dall’altra parte bisogna imbarcarsi su una chiatta e attraversare il fiume Senegal. Va meglio del previsto: sarà che ci aspettavamo il peggio, ma ce la caviamo prima del buio, e anzi ci becchiamo pure un tramonto spettacolare durante la traversata. Pazienza se poi ci aspettano altre due ore di sterrato e tenebre prima di arrivare a St Louis, dove passeremo la notte.
Il Senegal ci accoglie variopinto e pieno di energia. Dopo la quiete mauritana – quella pace sonnolenta del deserto e delle pompe di benzina abbandonate, presidiate solo dalle capre – è quasi uno shock. Come se ci fosse suonata la sveglia in piena notte, ma più piacevole. St Louis, sulla costa, fu il primo insediamento francese in territorio africano e ha ancora quel sapore coloniale d’antan. Ma oggi è un allegro caos di gente, odori forti e piroghe colorate. I pescatori le spingono in mare, le ridipingono sulla spiaggia, sulla spiaggia sventrano il pesce e lo vendono al mercato adiacente, lasciando le budella a riva e l’aria piena di miasmi.
A St Louis ci resteremmo volentieri, a fare cosa non so, forse solo a vagare per le sue vie e a comprare frutta e stoffe alle bancarelle. Ma il rally chiama e ripartiamo, attraversando campagne e villaggi, avvistando baobab grandi come condomini, mangiando angurie appoggiati al cofano della Honda Civic, che ancora non cede sotto il peso dell’Africa. Passiamo il Lago Rosa (il traguardo della Parigi-Dakar quando la Parigi-Dakar si faceva qui, e non in Arabia Saudita), passiamo il Gambia (un dito di terra infilato nel fianco del Senegal), passiamo anche la Casamance, la regione meridionale che dal Senegal vorrebbe staccarsi e per questo è stata a lungo teatro di scontri, sangue e miseria. Ci torneremo poi, in Casamance: ma ora passiamo oltre, passiamo un altro confine, soprattutto passiamo ore fermi in mezza campagna per il solito timbro sul passaporto. E poi, finalmente – pieni di polvere e di stanchezza – arriviamo in Guinea Bissau, traguardo del rally e destinazione finale delle auto del nostro convoglio.
In Guinea lo scenario ancora una volta cambia. La povertà è palpabile, le strutture più umili, i progetti di sviluppo ancora all’inizio. Per visitare le realtà legate alla Tavolo8, la onlus che organizza il rally, facciamo chilometri nella giungla, su strade così dissestate che la Honda, ventre a terra come un bassotto dalle zampe corte, urla vendetta. Garage Ze, l’officina meccanica fondata dal padre missionario brianzolo “Ze” Fumagalli, ci accoglie desolata, in uno stato di caos e abbandono che solo il duro lavoro dei prossimi mesi potrà risolvere. Diventerà una scuola per meccanici, qui si insegnerà ai ragazzi del posto a riparare auto e moto. Ma per adesso c’è solo da rimboccarsi le maniche, togliere la polvere e sgomberare lo spazio dai rottami. Ce ne andiamo con l’idea che nessun aiuto sarà mai abbastanza, combattuti tra la frustrazione per il presente e la speranza per il futuro.
Il rally è agli sgoccioli. Stacchiamo le targhe dai mezzi, consegniamo le chiavi, ci imbarchiamo su tre piroghe e, via acqua, attraversiamo l’ultima frontiera per tornare in Senegal. A Cap Skirring visitiamo l’orfanotrofio che è stato il primo progetto in loco di Tavolo8. Circondati dai bambini, tanti dei miei compagni di viaggio hanno scritta in faccia una promessa di ritorno. È così che ci salutiamo, lasciando tutti qui qualcosa di invisibile, che un giorno ci verremo a riprendere.
Lo speciale Rust2Dakar |
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Post: • Episodio 1: Marocco e Mauritania • Episodio 2: Senegal e Guinea Bissau Podcast: Saluti & Baci • Rust 2 Dakar by team 4Africa • Verso Tangeri • Marocco e Mauritania • Le frontiere • Storie di mezzi e di persone • Cap Skirring, ultima tappa! Siti ufficiali: • https://www.rust2dakar.org/ • https://www.tavolo8.org/ |