Copenhagen is the new Amsterdam. Ovvero, un’altra città dove io e l’ing ci trasferiremmo domani, riservandoci di abbandonarla prontamente al sopraggiungere del lungo e buio inverno nordico.
Ma d’estate, Copenhagen splende ed è splendida, il sole accende i colori delle vecchie case al porto di Nyhavn, i canali sberluccicano come brillocchi, brulicano di gente le rive, i pontili, i parchi. Le vie del centro scoppiano di turisti, ma basta evitarle e/o frequentarle il minimo indispensabile per non incorrere nell’orticaria da sovraffollamento. Noi non siamo fautori dell’off the beaten tracks a tutti i costi, per carità, anzi sto ritornello ci ha anche un po’ rotto le scatole, ma sta di fatto che a Copenhagen ci siamo già stati entrambi – l’ing vent’anni fa, la grafomane quattro volte anche se non sempre sobria – e abbiamo già avuto modo di flaggare un po’ tutto, Sirenetta, Nyhavn (con aringhe), Christiania, il palazzo reale di Amalienborg e via così. Perciò di fare i turisti guida-alla-mano, questa volta ci frega ancora meno del solito. Di casa stiamo a Kastrup, un anonimo quartiere residenziale vicino all’aeroporto, dove per due settimane facciamo da pet-sitter (vedi box) a un mini-cane di nome Tito. La zona non è niente di wow, ma Tito sì, e poi il mare e la spiaggia sono a due passi e in bici si va circa ovunque, perché Copenhagen è piatta e attraversata da una rete di piste ciclabili da fare concorrenza agli olandesi. Pedaliamo. A volte sfrecciamo, tronfi della nostra neo-acquisita danesità. Altre arranchiamo controvento. La grafomane si interroga sull’aplomb delle signorine bionde e mai madide che anche tra le raffiche mantengono i lunghi capelli in ordine.
Note di colore ciclistico a parte, ci teniamo ora a stilare l’ennesimo elenco puntato con informazioni randomiche e poco utili per gli altri viaggiatori.
7 cose da fare per innamorarsi di Copenhagen e una anche no:
1 – Andare in bicicletta, possibilmente con il vento a favore.
2 – Farsi una birretta nella zona del Porto Interno, nel punto dove il ponte ciclo-pedonale Inderhavnsbroen collega Christianshavn a Nyhavn e uno street food market assai popolare attira un mucchio di gente. Il momento migliore per è il tardo pomeriggio, prima del tramonto, quando il canale non è ancora in ombra. Our two cents: le birrette compratele al supermercato, costano meno (molto meno) e sono fresche.
3 – Andare a Christiania quando c’è un concerto gratuito (il programma degli eventi si consulta qui). Meglio lasciare a casa le aspettative sulla Città Libera più famosa d’Europa: anche se un migliaio di persone ci vivono ancora, seguendo le loro regole e leggi autoproclamate, i tempi dei duri e puri sono dietro le spalle.
4 – Affittare una barchetta e farsi un giro autogestito sui canali.
5 – Fare un giro a CopenHill, nel quartiere di Amager. Sì, è un termovalorizzatore. Ma ci si può salire per vedere il panorama, ci si può fare hiking, arrampicare sulla parete più alta del mondo (85 metri) e pure sciare su un bellissimo tappeto d’erba sintetica che ti scartavetra appena cadi (consigliati i pantaloni lunghi).
6 – Unirsi a un free walking tour politicamente scorretto, tenuto da stand-up comedians che mentre ti portano in giro per la città, te la raccontano in modo un po’ più light e divertente delle solite guide. Qui il sito con più info. Noi abbiamo adorato Roger e i suoi aneddoti, che eviterò di spoilerare anche se la storia dell’erede al trono, oggi re Federico X, che va in Australia e torna a casa con una fidanzata che ignora il suo lignaggio è roba che mi fa volare ai miei tempi d’oro in redazione a Gente.
7 – Andare a Nørrebro e/o a Vesterbro per cena e dopo cena, per scoprire che non tutti i danesi vanno a letto presto. Sono i quartieri della vita notturna, il primo più hipster (ci ricorda tanto la nostra Isola), il secondo, nell’area dell’ex macello, con un pubblico decisamente giovane e carico a pallettoni.
8 – Infine (eccoci al punto “anche no”), meglio non avere aspettative troppo alte nei confronti della cucina new nordic, in particolare degli smørrebrød, una delle specialità danesi che tutti decantano. Sì, sono belli da vedere. Sì, sono anche buoni. Ma sono delle fette di pane nero con sopra degli ingredienti graziosamente sistemati: non privatevene, per carità; ma se dovete spendere un capitale in design, compratevi una lampada danese, che almeno dura più di 5 minuti.
Extra bonus: cose da fare in giornata da Copenhagen:
1 – Andare a Møns Kint, le scogliere di Møns (vedi post precedete)
2 – Andare al Louisiana Museum of Modern Art anche se dell’arte moderna non ve ne frega niente: la location vale il viaggio fino a Fredensborg (35 km a nord di Copenhagen, ci si arriva comodamente in treno)
3 – Andare a Helsingør (Elsinore), in pellegrinaggio al castello di Amleto (castello di Kronborg). Bello? Mah, io l’ho visto da fuori in un giorno di pioggia e c’era pure un’impalcatura per lavori in corso. Ma mi piace pensare che là dentro, da qualche parte, aleggi ancora qualche fantasma…
Qui termina il capitolo danese. Stay tuned per nuove frizzanti amenità dalla Norvegia…
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