Mentre l’aspettiamo in piazza a Chivay, pueblito di una manciata di vie che basta mezz’ora per esplorare, proviamo a indovinare cosa l’abbia portata qui – proprio qui – di tutti i posti al mondo. Sarda di Sassari, Marta Nali ha 30 anni ed è in Perù da quattro. “Sono arrivata a Lima per prestare servizio civile presso una ong che si occupava delle vittime del conflitto armato”, ci spiega davanti a un caffè. “Poi della ong mi sono stufata”. Nel frattempo, a un festival di musica elettronica, ha conosciuto il suo attuale compagno, Max: limeño d’adozione, originario di Chivay. “Per questo, quando abbiamo deciso di aprire la nostra agenzia, che partirà a brevissimo, abbiamo pensato al Cañon del Colca, una zona dove per il turismo c’è ancora ampio margine di sviluppo”. I turisti, in effetti, arrivano in massa da Arequipa, vengono trasportati alla Cruz del Condor a vedere i rapaci svolazzanti, qualche volta, come noi, si addentrano fino al fondo del canyon per due giorni di trekking. “E invece di luoghi da scoprire ce ne sono tanti altri”, assicura Marta. “Anche Chivay stessa ha molte potenzialità”. Tanto più che l’agenzia di Marta e Max, Perù Local, promette di essere diversa da tutte le altre. “Innanzitutto sarà solo online”, racconta lei. “Poi, ci riproponiamo di lavorare con le persone del posto per offrire esperienze alternative ai clienti. Abbiamo già individuato alcune famiglie presso le quali sarà possibile soggiornare qualche giorno e condividere le loro attività quotidiane, come produrre il formaggio, lavorare i tessuti o nei campi”. Stessa proposta, ridotta, anche per chi avesse meno tempo: “Basta un pomeriggio per andare a mungere con la signora e vedere come trasforma il latte, o per imparare i rudimenti della pittura su ceramica”. Infine l’opzione mistica: “La cosmovisione andina è straordinaria, molto affascinante. Qui ci sono riti che i locali compiono giornalmente, attività legate alla Pachamama, la madre terra, di cui i turisti sanno poco e niente. Con noi sarà possibile assistere a un pago (offerta) a la tierra o alla festa delle vacche che si svolge periodicamente, farsi leggere le foglie di coca, sottoporsi a un rituale di purificazione”. Una bella offerta per chi viaggia e cerca qualcosa di diverso dai soliti circuiti, insomma, ma non solo. “Chi lavorerà con noi riceverà un compenso equo, a differenza di quanto accade normalmente con le altre agenzie della zona. In più, vogliamo formare le famiglie ad accogliere il turista nel modo migliore, cosicché l’esperienza sia positiva da entrambe le parti”. Il progetto è ambizioso, le idee in cantiere tante, dalle passeggiate a cavallo ai mini corsi di lingua quechua. “Iniziamo da Chivay, ma stiamo già prendendo contatti in altre zone”, conclude Marta. “Anche perché non vorremmo vivere qui tutto l’anno, ma spostarci il più possibile. Chivay, a volte, può essere un po’ noiosa”, ammette. La gente, qui, risulta più chiusa che nelle grandi città. “Alcuni non parlano nemmeno spagnolo, ma solo quechua. Una volta che si aprono, però, ti adottano letteralmente”. E allora sì che vale la pena mettere radici e non andarsene più.
Perù Local sarà online a breve (link coming soon).