Arriviamo nel bel mezzo di una festa. Sulla terrazza dell’Ostello Bello di Mandalay, seconda città birmana, si celebra il compleanno della struttura, nata due anni fa da una costola dell’omonima milanese. Noi, increduli della nostra buona sorte, brindiamo con birra locale ai primi italici del nostro viaggio.
A raccontarci la sua storia, e quella di questo posto così fuori contesto che se dietro il bancone non riconoscessimo lineamenti autoctoni quasi ci scorderemmo di essere in Asia, è Francesco Romagnoni, 35 anni, uno dei pionieri che l’ostello l’ha visto nascere. «Lavoravo a Milano, mi hanno chiesto se mi interessava trasferirmi. Ho detto di sì».
E’ andata bene, Francesco è rimasto. Certo, non è sempre stato facile. «Inutile fingere, qui la mentalità è molto diversa dalla nostra e abbiamo dovuto imparare a rapportarci con la gente del posto, anche perché l’80 per cento del personale è birmano. Dal codice civile alle norme non scritte che regolano la vita quotidiana, era tutto nuovo per noi. Ma altrettanto dura è stata insegnare loro gli standard dell’ospitalità occidentale, che è quella che vogliamo offrire ai nostri ospiti. Vai a spiegare come si pulisce un bagno piastrellato a una persona che non ne ha mai avuto uno in casa!».
A volte farsi capire è un’impresa, l’effetto è quello del telefono senza fili. «Ma vedere le ragazze birmane che lavorano con noi fare festa con tutti gli altri è una soddisfazione enorme, un’emozione. All’inizio se ne sarebbero rimaste in disparte».
Peccato che qui non ci sia la mozzarella di bufala. «Ma ancora di più mi manca fare una passeggiata per le vie di una tipica città europea. E starmene seduto al bancone di un bar ad ascoltare musica decente», ride. Quella della festa, in realtà, non è affatto male. Viaggiatori, prendete nota: ecco dove potete rifugiarvi quando proprio non ne potete più dei motivetti birmani.
Ostello Bello è a Milano e Como. In Birmania lo trovate a Mandalay, Lago Inle e Bagan. www.ostellobello.com