Si dice che dietro ad ogni uomo di successo ci sia una donna. In questo caso, si tratta di una donna con le idee molto chiare, che al compagno che le proponeva di trasferirsi alla Réunion – territorio francese d’oltremare in pieno Oceano Indiano – ha risposto, da brava napoletana: «Ok, purché tu non mi faccia mai mancare la pizza e la mozzarella». E così Alessandro Lampis – papà sardo e mamma calabrese, cresciuto a Torino e vissuto in mezzo mondo prima di approdare sull’ile intense nove anni fa – proprio quello s’è messo a fare: la pizza e la mozzarella. Per la gioia della sua amata e di un sacco di altra gente, dai clienti dei suoi ristoranti Mam’zelle a quelli dei locali e dei supermercati che rifornisce con fiordilatte, bufala e burrata a marchio MozzaRun.
Altro che scappato di casa. Quando ci accoglie nella sua pizzeria di La Saline les Bains, sulla costa occidentale amata dai turisti – niente tovaglie a quadretti, niente foto del golfo di Napoli, solo una Vespa parcheggiata in sala, che fa tanto décor – capiamo subito che Alessandro non è uno dei tanti cuochi-per-caso che abbiamo incontrato nei nostri viaggi, un avventuriero che s’è buttato sulla ristorazione tanto per campa’, perché un italiano all’estero cos’altro deve fare se non cucinare? No, no. Lampis il cuoco lo fa di professione da quando era un ragazzino. «Ho iniziato subito a girare, perché il nostro Paese è bello ma c’è anche altro, la nostra cucina è eccellente ma non è l’unica», dice. E poi snocciola: «Sono stato in Asia, in India, in Giappone. Più di dodici nazioni in tutto. Qui dovevo restare sei mesi, ma mi sono innamorato dell’isola e dei suoi ritmi, dello stile di vita rilassato, degli spazi a misura d’uomo e di famiglia. I servizi sono buoni, la qualità della vita è alta, la società è variegata e multiculturale, il razzismo non esiste», continua. «E poi, lato business, c’è ancora spazio per chi ha voglia di fare». Basta avere un po’ di inventiva e il coraggio di buttarsi. Lui l’ha fatto con due soci creoli, Valérie e Thierry. Era il 2013 quando si sono incontrati: Alessandro lavorava in un ristorante a St. Denis, la capitale, loro avevano una minuscola pizzeria di 35 metri quadri a Le Tampon e sognavano di partecipare ai campionati internazionali di pizza. Hanno unito le forze e due anni dopo, nel 2015, ai campionati del mondo di Parma si sono classificati settimi: un risultato pazzesco per una squadra sconosciuta – réunionnaise, per giunta! – sulla quale nessuno avrebbe scommesso un centesimo.
Il torneo è stato il trampolino di lancio che ha portato a Mam’zelle pubblicità e investitori: nel giro di poco, Lampis e soci hanno aperto una seconda e poi una terza sede. Oggi siamo a quota sette, ma altre sono già in cantiere. Alessandro, intanto, si è messo a importare pomodori e olio di qualità, più tutti gli altri ingredienti nobili necessari per le sue pizze gourmet. Che costano care, sì – ci racconta di averne sfornate alcune da 90 euro – ma vuoi mettere con la media di quelle d’asporto che si fanno da queste parti? «Mi piace pensare che non siano solo pizze, ma esperienze», dice. E certo lo sono, audaci meticce che accostano salsa di pomodoro e ananas Victoria, combava (l’agrume locale) e patate dolci, vaniglia e burrata. Un incubo per i puristi, forse, ma un viaggio per tutti gli altri.
Ma veniamo alla mozzarella. «Quella rimaneva un problema. C’era solo un fornitore sull’isola, che la vendeva congelata. E importarla aveva costi folli, perché qui siamo fuori area Schengen e i dazi doganali sono molto alti. Così a un certo punto ho pensato di produrmela da solo». Ancora una volta, l’idea è arrivata dalla sua signora, che per gli affari ha un fiuto sopraffino. «La svolta è stata l’incontro con una piccola azienda di Salerno che ha fa microlaboratori di 25 metri quadri per produrre la mozzarella sulle navi», racconta Alessandro. Ne è bastato uno per cominciare, più un mastro casaro venuto a insegnare a lui e ai suoi collaboratori l’Abc della lavorazione. Et voilà: nel 2019 è nato il marchio MozzaRun, che dal 1 marzo 2021 ha iniziato ufficialmente a vendere i suoi prodotti. «Ne facciamo cinque tonnellate al mese», calcola Lampis. «E pensare che i primi due pallet di pomodori li ho stoccati nel cortile di casa! Oggi siamo ambassador Rovagnati per l’Oceano Indiano e gli unici sull’isola a vendere birra Baladin». Visto? Se non è questa la prova che bisogna sempre dare retta alle donne…
Mam’zelle è a Bras de Pontho, Saint-Pierre, Trois Mares, Saint-Joseph, la Saline, Saint-Louis e Saint-Leu. Per le prossime aperture, gli orari e il menu consulate il sito https://www.mamzellepizza.fr